Negli ultimi anni, il dibattito sulla transizione energetica ha assunto un ruolo centrale nelle politiche globali. Mentre alcuni paesi procedono a passo spedito verso un futuro più sostenibile, altri sembrano tentennare, frenati da scetticismi e interessi economici consolidati. La recente puntata di PresaDiretta, andata in onda il 23 marzo 2025, ha offerto un’analisi approfondita dell’imponente rivoluzione verde cinese, mettendo in luce gli investimenti strategici del gigante asiatico nelle energie rinnovabili e nella mobilità elettrica. Ma mentre la Cina corre, l’Europa sembra ancora ferma al palo

La Cina scommette sulle auto elettriche

Uno dei punti centrali dell’inchiesta è stato il boom del settore automobilistico elettrico in Cina, trainato dall’ascesa del colosso BYD. Fondata nel 1995, BYD è diventata in pochi decenni uno dei principali produttori mondiali di veicoli elettrici. Con 900.000 dipendenti e 30 stabilimenti sparsi in diversi paesi, l’azienda ha raggiunto nel 2024 un traguardo significativo: 4,3 milioni di veicoli venduti in un solo anno, superando i rivali occidentali e rafforzando il proprio ruolo di leader del settore.

Le previsioni per il 2025 segnano un sorpasso epocale. Secondo il Financial Times, per la prima volta le vendite di auto elettriche in Cina supereranno quelle dei veicoli a combustione interna. Si parla di oltre 12 milioni di unità vendute, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente, mentre le auto tradizionali dovrebbero scendere sotto gli 11 milioni. Numeri che confermano un trend ormai consolidato e che mostrano come il mercato automobilistico cinese abbia già imboccato la strada della transizione

Energie rinnovabili: tra eliostati e pale eoliche offshore

Ma la trasformazione cinese non si limita alla mobilità. PresaDiretta ha mostrato come il paese stia investendo con determinazione anche nelle fonti rinnovabili, puntando su soluzioni innovative come gli eliostati e le pale eoliche offshore.

Gli eliostati, grandi specchi mobili in grado di concentrare la luce solare su un ricevitore centrale, rappresentano una tecnologia chiave per le centrali solari termiche. La Cina ha scommesso su questa soluzione per ampliare la propria capacità di generazione elettrica, riducendo al contempo la dipendenza dai combustibili fossili.

Parallelamente, il paese sta sviluppando vasti parchi eolici offshore, installando turbine in mare aperto per sfruttare i venti oceanici. Un investimento strategico che mira a diversificare le fonti di approvvigionamento energetico e a garantire maggiore stabilità alla rete elettrica nazionale.

E l’Europa?

Mentre la Cina accelera verso un futuro più sostenibile, l’Europa appare bloccata in un limbo di incertezze. Il dibattito sulle energie rinnovabili è ancora viziato da scetticismi e disinformazione, soprattutto per quanto riguarda la mobilità elettrica. Fake news e pregiudizi continuano a diffondersi, alimentando l’idea che le auto elettriche siano più inquinanti dei motori termici, un’affermazione che gli studi scientifici smentiscono da tempo.

L’inefficienza del passato pesa oggi sulle scelte politiche ed economiche europee. Se la Cina ha investito massicciamente nella riconversione energetica, il Vecchio Continente è ancora alle prese con resistenze interne e strategie poco ambiziose. Il risultato? Un ritardo sempre più evidente rispetto ai competitor globali, che potrebbe tradursi in conseguenze economiche pesanti nei prossimi anni.

Perché investire nelle rinnovabili è una necessità

Investire nelle fonti di energia pulita non significa solo ridurre l’impatto ambientale, ma anche creare nuove opportunità economiche. Lo sviluppo delle rinnovabili porta con sé la nascita di nuovi settori industriali, la creazione di posti di lavoro e un sistema energetico più resiliente e indipendente.

Più l’Europa rimanda la transizione, più alto sarà il prezzo da pagare in termini di competitività e sostenibilità. Mentre la Cina progetta il futuro, il Vecchio Continente non può permettersi di rimanere ancorato a un modello ormai obsoleto. La transizione energetica non è più una possibilità, ma una necessità. E il tempo per agire sta per scadere.


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