Nell’ultima puntata della trasmissione Accordi e Disaccordi, lo storico Luciano Canfora ha pronunciato parole che pesano come macigni. Ha toccato una ferita aperta della storia e della contemporaneità:
“mi sfida a riflettere su una parola molto difficile che ha una lunga storia, usata come uno scendiletto, e cioè Democrazia. Lasciamo perdere questo termine abusato e mai veramente compreso storicamente. Diciamo una cosa, che a mio avviso duole ascoltare ma è vera: il nucleo profondo dei fascismi, nelle loro varie forme, è il razzismo, il suprematismo bianco, l’idea di essere un popolo superiore. Quello che sta accadendo a Gaza, dove si blocca l’arrivo del cibo per mettere in ginocchio milioni di persone, assomiglia ad Auschwitz. Punto e basta.”
Le sue parole sono forti, tagliano come lame. Eppure, non possono essere ignorate.
Democrazia: Parola Abusata e Tradita
La parola democrazia viene spesso pronunciata con solennità, eretta a simbolo di libertà e giustizia. Eppure, nel corso della storia, il suo significato è stato manipolato, distorto e svuotato della sua essenza. Viviamo in un’epoca in cui democrazia è diventata un passe-partout, una formula magica per legittimare qualsiasi azione di potere, anche quelle che negano i diritti umani fondamentali. Si impone con la forza dove non esiste, si invoca per coprire ingiustizie, si usa per mantenere status quo inaccettabili. Non c’è bisogno di andare troppo lontano per accorgersi di questa ipocrisia. Le nazioni che si autoproclamano difensori della libertà spesso sono le stesse che chiudono un occhio di fronte a massacri e ingiustizie, purché rientrino nel quadro dei loro interessi. Il caso di Gaza è solo uno dei tanti esempi in cui il concetto di democrazia si sgretola di fronte a una realtà brutale: il blocco degli aiuti umanitari, la privazione di risorse vitali, il soffocamento di un popolo intero.
Fascismo e Suprematismo: Un Legame Indissolubile
Canfora mette in luce una verità scomoda: il razzismo è il cuore di ogni forma di fascismo. Non si tratta solo di regimi autoritari, dittature o repressione politica. Il fascismo, in tutte le sue varianti storiche e moderne, ha sempre avuto un tratto comune: l’idea che alcuni popoli siano superiori ad altri. È questa convinzione che ha alimentato persecuzioni, guerre, genocidi.
Il suprematismo bianco è la linfa di queste ideologie. La convinzione che un gruppo etnico abbia più diritti di un altro non è scomparsa con la caduta dei regimi fascisti. Ha cambiato forma, si è adattata ai tempi, si è mimetizzata nei discorsi della politica, nei commenti sui social, nelle politiche migratorie, nelle discriminazioni quotidiane.
L’Indifferenza Quotidiana: Un Pericolo Silenzioso
Ci piace pensare che il fascismo sia una realtà del passato, un capitolo chiuso della storia. Eppure, se si ascoltano con attenzione le conversazioni di tutti i giorni, è facile accorgersi che le sue radici non sono mai state realmente estirpate. Si insinuano nei discorsi di colleghi, amici, familiari. Sono nei commenti che giustificano l’esclusione, nelle battute che ridicolizzano il diverso, nelle argomentazioni che minimizzano l’ingiustizia.
Da dove nasce tutto questo? Dalla paura? Dall’ignoranza? Ma quel che è certo è che tutto questo spaventa. Queste idee, se lasciate crescere senza contrasto, possono trasformarsi in qualcosa di ben più pericoloso.
Ignorare le ingiustizie, minimizzare il peso del suprematismo, accettare passivamente le contraddizioni del potere significa rendersi complici di un sistema che perpetua discriminazione e violenza. Se davvero vogliamo credere nella democrazia, dobbiamo prima di tutto smettere di usarla come un’etichetta vuota.
Il fascismo non è solo un’ideologia del passato. È una minaccia sempre presente.
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